Il 27 giugno il CSPI, in seduta plenaria, ha espresso il parere sullo schema di Regolamento che introduce le Nuove Indicazioni Nazionali per la scuola dell’infanzia e quella del primo ciclo d’istruzione con il voto contrario della Federazione Uil Scuola Rua.
Per il nostro sindacato ogni revisione delle Indicazioni Nazionali per il curricolo dovrebbe partire dall’esperienza concreta delle scuole, dalle criticità riscontrate sul campo e dal coinvolgimento attivo di tutti i protagonisti della comunità scolastica: docenti, studenti e famiglie. Il processo di revisione delle Nuove Indicazioni Nazionali, invece, è stato “calato dall’alto”, senza il necessario coinvolgimento delle scuole, delle comunità professionali e degli organi collegiali. Una riforma del curricolo che intende avere valenza nazionale deve, invece, nascere da un percorso partecipato, trasparente e rispettoso della pluralità culturale dei territori e delle esperienze educative già in atto. Le Indicazioni Nazionali del 2012 costituivano un impianto pedagogico e culturale solido, frutto di un equilibrio tra visioni diverse e aperto alla pluralità culturale, linguistica e formativa. Erano il risultato di un lavoro condiviso che riconosceva la complessità della scuola italiana e valorizzava l’autonomia delle istituzioni scolastiche. Un aggiornamento del testo era certamente auspicabile ma avrebbe dovuto concentrarsi sulle nuove sfide educative e contemporanee, quali la digitalizzazione e l’uso consapevole delle tecnologie; l’impatto dell’intelligenza artificiale nei processi cognitivi e formativi le trasformazioni nella comunicazione e nei linguaggi,
l’importanza crescente dell’educazione finanziaria e dello sviluppo sostenibile;
in coerenza e continuità con le Linee guida per l’educazione civica approvate nel 2020.
Invece, la proposta presentata dal Ministero dell’Istruzione e del Merito sembra ignorare queste urgenze, proponendo una revisione che non risponde ai reali bisogni educativi del presente e che rischia di tradursi in una semplificazione riduttiva dell’azione educativa.
In sintesi si evidenziano :a) L’assenza di un metodo partecipativo e condiviso. b) il mancato coinvolgimento strutturato della scuola e dei suoi rappresentanti. c) la mancata risposta alle criticità strutturali (precariato, spazi, organici),
d) una impostazione paternalistica, diffidente verso la libertà educativa , le famiglie, e il digitale.e) un ridimensionamento del ruolo del docente e un impianto culturale sbilanciato.
Per tali motivi, la componente della Federazione Uil Scuola RUA ha espresso parere negativo e rivendica la riapertura di un confronto aperto e trasparente con il mondo della scuola e della comunità scientifica nonché la promozione di iniziative pubbliche di approfondimento e discussione. E continuerà anche a sostenere una scuola democratica, inclusiva e partecipata, capace di costruire il futuro con e non per gli studenti.
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